In occasione del Giubileo 2025 vi saranno appuntamenti dedicati alle persone con disabilità, ai bambini, alle famiglie, allo sport ed ai giovani (da aprile ad agosto 2025). A tale proposito l’ENS ha la necessità di avviare azioni sistematiche nell’ambito della promozione a livello territoriale e nazionale avvalendosi di referenti e tecnici con l’intento di favorire la collaborazione tra la Sede Centrale, i Consigli Regionali, le Sezioni Provinciali, il CGSI nonché tutte le realtà laiche ed ecclesiastiche sul territorio romano coinvolte nella realizzazione del Giubileo 2025 (come MAS, CEI Conferenza Episcopale Italiana -, Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con disabilità e altri comitati sordi cattolici).
Il Comitato Giubileo 2025 avrà quindi l’intento di organizzare e supportare la realizzazione degli eventi dedicati alle persone con disabilità ed in particolare ai Sordi. In seguito la composizione del Comitato:
Cav. Camillo Galluccio – Consigliere Direttivo ENS e Coordinatore Nazionale
Elio Spezialetti – Membro
Davide Latagliata – Membro
Gabriella Alesi – Membro
Luca Lamano – Membro
Massimiliano Cascitti – Membro
Vittorina Carli – Membro
Franco Albiero – Membro
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La preghiera è il respiro della fede. Come un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio. La preghiera è come una strada che ci permette di incontrare Dio. Si prega ascoltando la parola di Dio, ma anche in silenzio, in adorazione.
La preghiera è anche di protesta davanti a tante domande che non trovano risposta, sul male e sulla morte. Quando ci sembra che Dio non ci risponda, ricordiamoci che lui ci ama sempre e ci invita ad avere fede, in ogni circostanza: sistemerà le cose a suo tempo per il nostro bene, perché lui desidera la nostra gioia.
E la Liturgia?
Liturgia è un’opera di Dio in nostro favore.
In ogni liturgia, per esempio nella Messa, con la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica, Gesù si mostra a noi, quindi davvero noi incontriamo Gesù vivo. Gesù desidera incontrarci e noi rispondiamo con gioia al suo invito.
E la professione di fede?
Il Credo è la nostra professione di fede, la recitiamo a Messa subito dopo l’omelia. Dire “Credo in Dio” è un po’ come dire: “Mi fido di te, Signore, e mi affido a te”. E questo ogni giorno, non qualche volta, quando le cose vanno male o dedicando a Dio un minuto della giornata.
“Giubileo” è il nome di un anno particolare: sembra derivare dallo strumento utilizzato per indicarne l’inizio; si tratta dello yobel, il corno di montone, il cui suono annuncia il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur).
Questa festa ricorre ogni anno, ma assume un significato particolare quando coincide con l’inizio dell’anno giubilare. Ne ritroviamo una prima idea nella Bibbia: doveva essere convocato ogni 50 anni, poiché era l’anno ‘in più’, da vivere ogni sette settimane di anni (cfr. Lev 25,8-13).
Anche se difficile da realizzare, era proposto come l’occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.
Citando il profeta Isaia, il vangelo secondo Luca descrive in questo modo anche la missione di Gesù: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore»
Queste parole di Gesù sono diventate anche azioni di liberazione e di conversione nella quotidianità dei suoi incontri e delle sue relazioni. Bonifacio VIII nel 1300 ha indetto il primo Giubileo, chiamato anche “Anno Santo”, perché è un tempo nel quale si sperimenta che la santità di Dio ci trasforma.
La cadenza è cambiata nel tempo: all’inizio era ogni 100 anni; viene ridotta a 50 anni nel 1343 da Clemente VI e a 25 nel 1470 da Paolo II. Vi sono anche momenti ‘straordinari’: per esempio, nel 1933 Pio XI ha voluto ricordare l’anniversario della Redenzione e nel 2015 papa Francesco ha indetto l’Anno della Misericordia.
Diverso è stato anche il modo di celebrare tale anno: all’origine coincideva con la visita alle Basiliche romane di S. Pietro e di S. Paolo, quindi con il pellegrinaggio, successivamente si sono aggiunti altri segni, come quello della Porta Santa. Partecipando all’Anno Santo si vive l’indulgenza plenaria.
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